Ciclicamente, la catena intitolata SFIDA ACCETTATA colpisce le timeline di Facebook di ognuno di noi, nessuno escluso, costringendo i più a soccombere alle idee più bizzarre di chi inventa queste catene, ma ancora peggio a chi le modifica trasformando spesso i più nobili messaggi originari in storpiature virali.
Patria di tali sfide è indubbiamente Facebook, e dietro troviamo sempre una motivazione legata a temi di natura sociale, di attualità, e di sensibilizzazione.
Ma come può essere in gran voga un contenuto con il testo: Sfida Accettata, su Facebook?
Chiunque venga “baciato dalla fortuna”, perlomeno in quest’ultimo caso, è invitato da un amico o da un conoscente, a sostituire la propria immagine del profilo con una foto in bianco e nero scrivendo poi sulla propria bacheca: “SFIDA ACCETTATA”. La riproduzione di questa catena, sarà effettuata verso chi aggiungerà un personale “mi piace” alla nuova foto, il quale sarà invitato a sua volta a sostituire la propria immagine del profilo con una nuova foto, come nel caso dell’ultima, in bianco e nero, apostrofata con un “Sfida accettata” affinché questa catena continui.
Venendo al caso specifico, questa campagna è stata messa in atto al fine di sensibilizzare gli individui nella lotta contro il cancro. Iniziative come questa sono state prese negli anni in forma differente, e tanto più semplici da realizzare sono, tanto più l’effetto è stato produttivo, oltreché facilmente distorto, sebbene sia rimasto in memoria il celebre ice bucket challenge, a favore della ricerca sulla SLA dove la procedura prevedeva il rovesciarsi addosso un secchio di acqua ghiacciata mista a ghiaccio, invitando altri conoscenti a farlo oltreché a donare qualcosa alla ricerca..
Anche in questo caso, il challege accepted ha avuto un successo virale nel Regno Unito, nato con l’intento di sensibilizzare gli utenti alla lotta ai tumori, tramite il triangolo like – condivisione – donazione.
Tuttavia, se nell’ice bucket, si chiamava in gioco, con l’impegno, uno dei principi fondamentali della persuasione, la coerenza, che quasi obbligava l’esecutore della doccia gelata a provvedere ad una donazione, in questo caso il semplice gesto del cambio foto, sul profilo, ha fatto in fretta a far dimenticare il reale intento dell’operazione, passando così da un nobile intento ad un giocoso cambio di foto del profilo, che come sappiamo produce un automatico incremento dell’engagement con il proprio pubblico, dovuto al valore che l’algoritmo di Facebook offre al cambio di foto del profilo.
Ecco quindi spiegato il motivo per il quale questa sfida abbia avuto un così grande successo e un’eco così ampia. Sarebbe quindi il caso di dire Amen a tutto questo, o forse #stopamen sarebbe più azzeccato.