Una strategia SEO ideale deve essere composta da due fasi ben distinte, una fase on-site e una fase off-site. La link-building si posiziona esattamente in quest’ultima. Letteralmente “fare link building” significa costruire una rete di link. Si tratta di una tecnica SEO ideata per costruire una serie di collegamenti esterni che parlano, citano o menzionano il nostro sito con l’obiettivo di aumentarne la reputazione nella grande comunità del web. Seguendo una strategia ben definita è possibile aumentare il numero di link in ingresso verso il nostro sito web e la popolarità o link popularity, cioè il numero di siti web che si collegano a una pagina.
I motori di ricerca danno molta importanza ai backlinks. In un universo SEO ideale, la quantità di link ricevuti è un fattore cruciale nel determinare la rilevanza di una pagina. Il concetto è semplice: più ci sono menzioni ad una determinata pagina, maggiore dovrebbe essere il valore che questa trasmette. I collegamenti dovrebbero rappresentare degli approfondimenti all’interno dei quali l’utente trova maggiori informazioni sulla propria ricerca. Spesso, però, avere un corposo numero di link che rimandano al nostro sito non significa guadagnare in termini di posizionamento sui motori di ricerca, anzi… Perché? Scopriamolo insieme.
Ovviamente i link esterni che rimandano al nostro sito non possono essere valutati tutti allo stesso modo. Per sviluppare meglio questo concetto è necessario fare un salto all’indietro, precisamente quando Larry Page e Sergey Brin brevettarono l’idea secondo la quale non era più la quantità di link a determinare l’importanza di un sito web, quanto la qualità. Cosa significa ciò? Maggiore è l’autorevolezza della fonte che cita il nostro sito, maggiore sarà l’importanza che essa acquisirà. Non solo, oltre a questo fattore entrò in gioco il concetto di rilevanza: se il nostro sito parla di cucina, per esempio, sarà più rilevante un link proveniente da una fonte verticale sul mondo della cucina rispetto a un link generico. Dalla “somma” di questi due fattori fondamentali nacque il cosiddetto Pagerank, un parametro, raffigurato con una barretta verde (vedi in figura) indicante un punteggio che determinava l’autorevolezza di un sito, diventato un’icona per la classificazione dei siti nelle SERP (e che ormai da circa due anni è stato rimosso).
Nel corso degli anni, con la scomparsa del PageRank, il mondo della SEO ha sviluppato una serie di metriche che nel tempo si sono affermate come validi punti di riferimento per l’acquisizione di link provenienti da fonti esterne. Quali sono?
Majestic, inoltre, permette di poter usare un altro parametro davvero molto utile, il Topical Trust Flow che permette di categorizzare un sito web. Con il TTF gli utenti possono vedere in quali categorie è più influente il sito web che stanno analizzando. Per misurare tutte queste metriche basta collegarsi al sito web di Majestic e inserire la URL del sito da analizzare nel form apposito.
Figure come SEO Specialist e Webmaster fanno davvero molto affidamento alle metriche di MOZ perchè permettono di fare delle valutazioni ben precise su affidabilità e autorevolezza di un sito web e di conseguenza di acquisire link importanti e utili per una rapida scalata nelle SERP.
Come ho scritto precedentemente, la link building è un’attività fondamentale nella progettazione di una strategia SEO e lo scopo principale è quello di ottenere non solo un corposo numero di link ma, soprattutto, link di qualità. Questo avviene attraverso una costruzione di una rete di link sparsi in giro per il web, i quali servono letteralmente a far conoscere il nostro sito, a far sapere a tutti che esistiamo.
Google, però, nel tempo, è diventato sempre più bravo a riconoscere e neutralizzare link “non naturali” ovvero link creati esclusivamente per citare o menzionare un sito web al fine di conferire maggiore popolarità. Dunque, per una link building efficace e produttiva è necessaria una pianificazione adeguata che si struttura attraverso differenti step. Vediamoli insieme.
Ogni strategia SEO che si rispetti prevede una parte rilevante dedicata alla link building. I “luoghi” in cui fare link building però non sono tutti uguali: in rete, dai blog alle directory, c’è un’ampia disponibilità di acquisizione di link, di qualità molto variabile: per link di un certo livello spesso è necessario definire, in primis, un budget dedicato.
È molto importante definire una vera e propria Keyword Strategy focalizzando il raggiungimento dei propri obiettivi su delle parole chiave che rappresentano ciò che vogliamo portare alla luce, ciò che vogliamo far conoscere al grande pubblico. Per farlo è necessario far riferimento a tool che ogni SEO Specialist dovrebbe conoscere e utilizzare, come SeoZoom, Google Keyword Planner, Google Search Console, SemRush, Answer the Public ecc. Questi sono tutti strumenti utili a identificare le principali keyword sulle quali basare la nostra strategia. Affinché il nostro lavoro sia efficace, le Keyword scelte devono avere buoni volumi di ricerca e un buon search intent da parte del pubblico: devono cioè essere facilmente ricercabili da chi naviga. Nella Keyword Strategy rientra anche la definizione dei “luoghi” in cui andare a inserire i nostri link: una parte consistente è dunque dedicata a ricerca e digital PR con l’obiettivo di scovare i collegamenti più adatti per il nostro sito web.
In una strategia di link building ideale i contenuti che possono essere prodotti per l’acquisizione di link sono tanti e differenti. Ciascuno ha, ovviamente, un peso significativo molto differente: si va dalla pubblicazione nelle directory (veri e propri elenchi multimediali dove postare il proprio sito web indicando categoria, descrizione, indirizzo…), a portali che permettono la pubblicazione di comunicati stampa atti a diffondere notizie relative ad attività, associazioni, eventi, professionisti. C’è poi la pratica dell’article-marketing che avviene attraverso la pubblicazione di contenuti che riguardano argomenti utili a promuovere la propria attività.
Infine, c’è una parte consistente dedicata al guest-posting che avviene principalmente su blog: attraverso quest’azione i blogger proprietari di uno spazio web invitano altri blogger a pubblicare un contenuto sulla loro piattaforma. Questa attività ha un vantaggio bilaterale e permette all’uno di ottenere di nuovi contenuti, all’altro di usufruire di uno spazio web in cui scrivere e ottenere visibilità (che si trasforma in link) con la possibilità di attrarre nuovi potenziali clienti. Il guest-posting (nell’universo SEO) è molto diffuso e sfruttato per ottenere link verticali di buona qualità.
Internet sta cambiando e con esso anche il mondo della SEO. Il concetto di link follow/nofollow, per esempio, è in continua evoluzione: secondo Gary Illyes, webmaster di Google e Duane Forrester, senior product manager di Bing, i motori di ricerca terranno sempre più in considerazione (positivamente) le menzioni senza link: social network, persone, siti web di qualità che menzionano il nostro brand saranno sempre più determinanti ai fini del posizionamento. In futuro, un consistente numero di menzioni senza collegamento avrà sempre più impatto nella scalata alle SERP. Ottenere solo esclusivamente link, d’altronde, non sarebbe logico né naturale e Google questo… lo sa!
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