I dati sono diventati una materia prima. Se prima la sfida era raccoglierli, oggi la vera difficoltà è gestirli al meglio e renderli proficui nel percorso decisionale.
I dati, o meglio, l’analisi dei dati raccolti, deve servire alle aziende per perseguire i propri risultati di business. Che nel 2016, come nel 1996, come quasi certamente nel 2036, saranno praticamente sempre gli stessi:
La sfida, semmai, è raggiungere quegli obiettivi utilizzando strumenti sempre più sofisticati, che consentano una migliore produttività e una migliore capacità decisionale.
Volendo stilare una sorta di lista dei desideri, quali potrebbero essere gli strumenti del futuro? Se potessimo disporre di software specifici, a quali domande vorremmo che rispondessero?
Monitorare il traffico sui canali aziendali, i lead generati e tracciare vendite e ricavi è ormai pratica consolidata: aziende come la nostra aiutano molte altre aziende nel reperire, elaborare e presentare dati, al fine di prendere decisioni consapevoli e non dettate dalle “sensazioni”.
Oggi, la necessità che si sente è quella di misurare la reale portata delle singole azioni, su tutta la filiera aziendale. Serve un nuovo modo, innovativo, di correlare l’impatto che le azioni di marketing apportano alla produttività, alla capacità di penetrare il proprio mercato di riferimento, siano all’impalpabile “brand awareness”. L’esigenza è quella di dotarsi di strumenti sempre più sofisticati, che misurino in maniera numerica quanto gli investimenti di marketing portino direttamente o indirettamente verso gli obiettivi aziendali. Abbiamo fatto grossi passi da gigante nel reperire ed elaborare i dati dai tanti canali digital, ma la strada è ancora lunga (e lo sarà sempre!).
Il contenuto è il re, dicono. Ed in effetti, ci sono tonnellate di letteratura specialistica che dimostrano l’importanza di generare contenuti utili per la propria nicchia commerciale di riferimento. Ciò che risulta difficile, in termini pratici, è comprendere con strumenti semi-automatizzati la reale efficacia dei contenuti, intesi sia come strategia globale, sia valutando l’impatto del singolo articolo, podcast, video, webinar o altro.
Tra le sfide più sentite, a guardare lo schema qui sopra, c’è la fase produttiva dei contenuti, ma subito a seguire troviamo la necessità di misurarne l’efficacia. L’esigenza è quella di andare oltre la semplice misurazione di visite, di lead, di contatti che si generano intorno ad un certo contenuto. Il Content Marketing, è e sarà sempre più importante nella definizione di strategie di digital marketing.
Trattandosi di attività strategiche, il “futuro” dovrà dotarci di strumenti che ci diano una misura della portata indiretta, derivata dalle conversazioni che si generano intorno ai nostri contenuti.
Partendo dall’individuazione puntuale dei bisogni o degli interessi del nostro cliente ideale, dovremo mettere insieme informazioni diverse: il contenuto, le interazioni interne ed esterne ai nostri canali, sino ad arrivare ad una comunicazione integrata tra pre e post vendita. Non siamo lontani…
Ciò che oggi non può essere (ancora) fatto mediante l’utilizzo di strumenti specifici ed automatizzati, può essere (e viene già) fatto avvalendosi di professionalità specifiche e di alto profilo, che aiutino le aziende nel raccogliere i dati, analizzarli e creare insieme strategie che siano finalizzate a… vendere!
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