Prendersi cura dei propri dipendenti è uno dei principali compiti di ogni azienda. La gestione dell’attività formativa è una priorità almeno quanto la gestione degli investimenti in impianti produttivi ed in tecnologia, poiché è nel complesso delle conoscenze che risiede il vero valore di un’azienda.
Si fa un gran dire della necessità di mantenere alto il livello di aggiornamento del proprio personale, tuttavia gran parte delle aziende affronta con scarsa attenzione l’attività formativa interna, che troppo spesso è considerata un obbligo, più che un’opportunità.
In realtà si tratta di un approccio piuttosto limitato oltreché limitante, poiché è un dato di fatto che le aziende che dedicano una parte rilevante dei loro investimenti nella crescita del personale, ne ricavano grossi vantaggi nella qualità della loro offerta, poiché citando Richard Branson, I clienti non vengono per primi. I dipendenti vengono prima. Se ti prenderai cura dei tuoi dipendenti, loro si prenderanno cura dei tuoi clienti.
Esistono quindi diversi modi per far crescere i propri collaboratori, stimolandone l’evoluzione ma soprattutto, indirizzandoli in un percorso di crescita utile all’intero ecosistema aziendale.
Posto che la formazione deve essere considerata dall’azienda come un investimento e non come una spesa, il consiglio è quello di valutare in modo approfondito la crescita di ogni singolo elemento, e contestualmente ipotizzare dei percorsi di crescita e di gruppo, studiati anche in modo trasversale, affinché le persone comprendano l’utilità della collaborazione e dell’evoluzione della propria figura personale. Per fare ciò:
- è possibile investire quanto è necessario in modo diretto;
- prevedere interventi tali da accedere a benefici fiscali attraverso misure dedicate alle aziende, in termini di detrazione rispetto ai redditi;
- accedere a forme di raccolta che consentono di fruire di denaro destinato alla formazione.
Soprattutto negli ultimi due casi, è possibile sfruttare alcuni strumenti che rendono “meno costosa” l’attività formativa. Queste misure prendono il nome di formazione continua e di credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo.
Parlando di formazione continua, si fa riferimento ad una serie di azioni volte a migliorare lo sviluppo professionale delle persone che lavorano, consentendo alle imprese pubbliche o private, di ottenere un miglioramento della capacità di competere e di adattarsi ai cambiamenti tecnologici e organizzativi del mercato in cui si trovano.
Al fine di citare le fonti corrette, segnaliamo che esistono alcune disposizioni legislative che generano degli interventi su base nazionale volti alla così detta formazione continua (l’art. 9 della L. 236/93 e l’art. 6 della L. 53/00). Queste norme prevedono la ripartizione annuale delle risorse versate all’erario a favore delle Regioni le quali, emanano avvisi pubblici rivolti ad imprese e lavoratori al fine di finanziare piani formativi aziendali, settoriali ed individuali oltre ad alcuni voucher formativi (anche in questo caso suddivisi in aziendali e individuali).
Sempre nell’ambito di queste disposizioni, le aziende possono scegliere di aderire ad un Fondo Interprofessionale (Fondi Paritetici Interprofessionali Nazionali) destinati appunto alla formazione continua e costituiti come enti di natura associativa derivati da accordi interconfederali, tra le organizzazioni sindacali datoriali e dei lavoratori su base nazionale.
L’offerta formativa si struttura e si concretizza attraverso:
- la proposta di uno specifico catalogo di percorsi interaziendali di aggiornamento del personale occupato;
- la realizzazione di corsi interaziendali di alfabetizzazione, qualificazione, riqualificazione e specializzazione, volti all’acquisizione o allo sviluppo di nuove competenze professionali richieste in ambito lavorativo (es. aggiornamenti relativi alle tecnologie in uso in azienda) o per l’arricchimento del proprio patrimonio culturale (es. corsi di lingua straniera);
- percorsi aziendali di riqualificazione e aggiornamento del personale occupato.
I corsi sono destinati a diverse categorie di persone, e tra queste troviamo:
- i soggetti occupati
- i soggetti in cassa integrazione e mobilità, gli inoccupati, gli inattivi e i disoccupati per i quali la formazione è propedeutica all’occupazione.
- lavoratori con contratti di apprendistato e a progetto.
Sulla base di queste considerazioni, non ci dovrebbe essere alcun ostacolo a valutare dei percorsi di crescita sostenibili per i propri collaboratori, ciò nonostante, l’uso di questi strumenti è ancora poco diffuso rispetto alle potenzialità che essi possono mettere in campo, sopratutto se il progetto formativo viene costruito insieme ad un ente attuatore (agenzia formativa accreditata alla regione per erogare la così detta formazione finanziata), che potrà proporre a costi nulli o comunque vantaggiosi dei progetti di crescita progettabili a quattro mani su ambiti di effettiva utilità.
Sulla base di queste considerazioni, esistono opportunità per rendere più agevole un processo, quello formativo, che realmente costituisce un punto di svolta per l’azienda, un fiore all’occhiello da poter mostrare e dimostrare al proprio cliente sempre attento al volume di investimenti dell’azienda in innovazione e conoscenza.