Quanto devo investire in pubblicità? Questa è una domanda che prima o poi qualsiasi imprenditore si è posto. La risposta dipende da tantissimi fattori. Bisogna prendere in considerazione il target di riferimento, la durata degli investimenti, il tipo di pubblicità che si vuol fare… Non esiste una formula corretta valida per chiunque.
Tra i fattori da analizzare bisogna valutare il medium attraverso il quale ci si vuole promuovere. Ciascuno ha le proprie peculiarità, comprensive di vantaggi e svantaggi. Specialmente per quanto riguarda l’advertising online, ci sono tante opportunità. In Italia la spesa pubblicitaria (televisiva e cartacea) assorbe ancora gran parte degli investimenti, anche se il digital sta rapidamente prendendo terreno.
Con l’avvento del web è iniziato il lento declino dell’editoria, ma curiosamente è proprio dalla rete stessa che è partita la (lenta) rinascita. Come l’araba fenice risorge dalle ceneri, la carta stampata ha trovato attraverso Internet un modo di riproporsi e presentarsi al grande pubblico. «Video Killed the Radio Star» cantavano i The Buggles nel lontano 1979, ipotizzando che l’avvento del video di massa avrebbe spazzato via la vecchia radio e tutti i suoi interpreti. La storia, invece, ci ha raccontato qualcosa di diverso.
Come la radio ha sofferto tremendamente l’avvento della televisione, prima di ritagliarsi il proprio spazio, così la carta stampata ha subito un duro colpo da Internet. Eppure è proprio sfruttando questo canale che sta lentamente rialzando la china e riprendendosi la propria autorevolezza. Il primo grande player a percorrere questa strada è stato il New York Times che ha deciso di investire sul web ormai qualche anno fa. Adesso sta raccogliendo i frutti: in questo 2017, per la prima volta nella sua storia, i ricavi digitali hanno superato quelli analogici.
L’Italia sta lentamente ripercorrendo la strada tracciata dai Paesi tecnologicamente più avanzati. L’editoria è in ripresa e per favorire ulteriori investimenti è stato approvato quello che viene definito Bonus Pubblicità 2018. Si tratta di una agevolazione fiscale per gli investimenti pubblicitari (anche digitali) nell’anno corrente e in quello successivo.
Il Bonus Pubblicità 2018 è credito di imposta (approvato nel D.L. 24/04/2017) richiedibile in compensazione a investimenti pubblicitari incrementali su stampa, televisioni e radio locali, sia analogiche che digitali. L’entrata in vigore è immediata sarà usufruibile dal prossimo anno, sulla base degli investimenti effettuati a partire da giugno 2017. La norma è volta ad incentivare la ripresa pubblicitaria nell’editoria ed è poi stata ampliata a tutti i mezzi di informazione di carattere locale.
Proprio per favorire gli investimenti, per accedere al credito di imposta è necessario che le spese pubblicitarie (effettuate sui canali citati in precedenza) siano superiori a quelle dell’anno precedente. Non è necessario che lo siano in quantità ingente, basta anche un incremento dell’1%.
Potranno accedere al credito di imposta le Imprese di qualsiasi natura giuridica e i lavoratori autonomi con partita iva. Il credito di imposta sarà pari al 75% del valore incrementale degli investimenti. Per agevolare gli “inserzionisti di micro, piccola o media dimensione e start up innovative” (articolo 2, comma 2, lettera n) è previsto un ulteriore credito che permetterà a queste categorie di raggiungere il 90%.
Attenzione però a non farsi fuorviare da facili entusiasmi. Stiamo parlando di credito di imposta sugli investimenti incrementali. Questo significa che le agevolazioni non saranno applicate su tutte le spese, ma solo sulla variabile maggiorata. Inoltre, gli investimenti dovranno essere effettuati sullo stesso medium. Al momento, però, il bonus per il digitale si limita al 2017, mentre nel 2018 è previsto solo per l’offline. Si sta vagliando la possibilità di estenderlo al web anche nell’anno a venire.
In altre parole, se l’anno scorso ho speso 10.000€ in pubblicità e oggi ne spendo 11.000€ (sempre sullo stesso mezzo di comunicazione), potrò richiedere un credito pari al 75% (o 90% – dipende dalla mia natura) dei 1.000€ di incremento pubblicitario. Così facendo, posso detrarre 750€ (o 900€).
Da un lato si vuole sostenere il comparto dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, incentivando e favorendo gli investimenti. Dall’altro si cerca di educare le imprese ed i lavoratori autonomi a sfruttare canali e strumenti pubblicitari per incrementare e sviluppare la propria attività.
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