Mandare un’email è un’operazione che facciamo quotidianamente. Soprattutto chi lavora in ufficio è subissato costantemente da messaggi. Qualcuno serve a ricordarci una scadenza impellente, altri ci permettono di tenere un progetto sotto controllo. Da quando poi gli smartphone sono entrati prepotentemente nelle nostre vite, la posta elettronica ci raggiunge anche sul telefono.
L’invio attraverso la posta elettronica è sostanzialmente gratuito: non ci sono costi vivi. Quando inviamo un SMS dobbiamo pagare l’operatore telefonico. Se vogliamo pubblicizzare un prodotto su un giornale, dobbiamo affittare lo spazio. Eventuali brochure o cartelloni prevedono costi di stampa. Per inviare un’email, invece, basta un click. Bisogna considerare il tempo impiegato a scrivere una comunicazione da mandare, ma non ci sono spese reali. Chi sfrutta abbondantemente questo canale può mettere in conto un costo mensile per l’utilizzo di un ESP, ma si tratta puramente di scelte perché esistono servizi gratuiti.
Ma a chi si inviano questi messaggi? Per raggiungere gli utenti, bisogna innanzitutto disporre un database autorizzato di indirizzi email. Gli utenti appartenenti a queste liste devono essersi iscritti consapevolmente e devono aver acconsentito a ricevere comunicazioni di questo tipo. Una volta che i pre-requisiti sono soddisfatti, si può procedere con l’invio. Prima di continuare con la spiegazione, però, è bene sottolineare un aspetto molto importante legato all’email marketing.
Le comunicazioni commerciali via mail si basano sui grandi numeri. In un discorso generale come questo, parlare di cifre non è semplice. Per dare una stima di un tasso di apertura medio bisogna verificare tantissimi parametri: chi è il pubblico, dove si sono registrati gli utenti, quanto le DEM inviate sono in linea con l’ambito di interesse mostrato dai destinatari…
Se proprio vogliamo parlare di numeri, indicativamente un tasso di apertura del 10% può essere considerato già un ottimo risultato. Tuttavia, potremmo trovarci davanti a campagne specifiche e su misura per il target in grado di arrivare anche al 30%, mentre per alcune nicchie di un DB poco profilato il 2-3% è già un esito soddisfacente. E poi, tra tutti coloro che apriranno, ancora meno interagiranno con il messaggio.
Partendo dall’assunto che la grandissima maggioranza dei riceventi non aprirà la nostra DEM, possiamo comunque cercare di incentivare le aperture e le interazioni con la nostra email. Come? Tenendo a mente questi 6 aspetti fondamentali dell’email marketing: 3 pre-apertura e 3 successivi al click.
Ogni giorno riceviamo decine di email. In alcuni momenti della giornata siamo più ricettivi, mentre in altri meno. Identificare l’orario ideale per il proprio target può fare una differenza incredibile in termini di aperture e di vendite. Immaginate di avere una promozione in negozio: far sì che gli utenti la conoscano alle 17.30 potrebbe spingerli a passare ad acquistare una volta usciti dal lavoro. Al contrario, se la dovessero leggere al mattino potrebbero dimenticarsene.
Se poi si tratta di una DEM inerente all’ambito lavorativo ci sono più possibilità che venga letta durante l’orario di ufficio, mentre se la promozione riguarda la vita privata magari raggiungere le persone al di fuori del lavoro potrebbe avete un impatto superiore. Una volta si tendeva a inviare al mattino presto, in modo che la mail fosse presente appena si accendeva il computer. Tuttavia questa pratica ha portato le persone a ricevere tante email tutte insieme, spingendo gli utenti a prestare meno attenzione.
In fondo che cosa cattura di più l’attenzione: un’email singola oppure un mucchio di comunicazioni tutte insieme? Conoscere gli usi del proprio target permette di essere più incisivi.
Nel coacervo di messaggi che si ricevono quotidianamente bisogna trovare il modo per distinguersi dalla massa. L’utente decide in una frazione di secondo se aprire o cestinare una DEM. L’oggetto (insieme al mittente) è il biglietto da visita con cui un’email si presenta al ricevente.
Bisogna catturare l’attenzione con poche parole, ma allo stesso tempo è necessario indicare anche quello che l’utente troverà se dovesse decidere di cliccare. Sarebbe sbagliatissimo, oltre che controproducente, spingere qualcuno ad aprire il messaggio con un inganno e poi proporre contenuti di tutt’altro genere.
Ci sono tantissimi modi diversi per scrivere l’oggetto dell’email. Si può parlare direttamente all’utente (magari inserendo anche il nome di battesimo), oppure si può puntare forte su una determinata offerta. Laddove ci siano uno sconto o un premio, è bene mettere in evidenza la promozione. Qualcuno predilige incuriosire, altri preferiscono essere espliciti.
Quando si sceglie l’oggetto bisogna prendere in considerazione anche il device e/o il browser dal quale sarà aperta l’email. Alcuni servizi di posta mostrano un numero limitato di caratteri in anteprima: non dimenticatelo. Bisogna essere brevi e possibilmente accattivanti nelle primissime parole. Analizzando i dati, saprete quali sono i dispositivi più utilizzati: sfruttate questi dati a vostro favore.
L’altro aspetto altrettanto importante è il mittente. Aprireste mai casa vostra ad uno sconosciuto? Con le dovute proporzioni, il discorso è simile. Ricevere un messaggio da un mittente qualificato conferisce senso di tranquillità e sicurezza. Ogni giorno leggiamo notizie di virus o tentativi di frode perpetrati via email. Se il messaggio arriva da chi conosci, ci sono maggiori probabilità che venga aperto.
Quando parliamo di mittente qualificato, intendiamo il senso più ampio del concetto. Si può trattare di un nome o del mestiere di una persona conosciuta, oppure anche di un marchio di un negozio o azienda. Immaginate di ricevere un messaggio da “Apple” e uno da “Computer Magician”. Quale dei due aprirete più serenamente? Il nome del Brand, se conosciuto, è il miglior biglietto da visita che ci possa essere.
Si dice che per giudicare una persona che vediamo per la prima volta ci vogliano solo 7 secondi. Sette. Da lì in poi, tutti gli ulteriori segnali serviranno per confermare o modificare la nostra impressione, ma il successivo processo avverrà molto, molto lentamente. Ecco perché è tanto importante presentarsi nella maniera corretta.
Il principio con cui guardiamo una email non è molto differente. Ammettiamo di essere riusciti a convincere l’utente a cliccare ed aprire il messaggio. Chi è arrivato fin qua è già una piccolissima parte di tutti coloro che hanno ricevuto il messaggio e verosimilmente sarà interessato a scoprirne il contenuto.
Così come in pochi secondi ci facciamo un’idea sulla persona che abbiamo davanti, in pochi decimi di secondo decidiamo se approfondire o meno il messaggio appena aperto. Per questo motivo è fondamentale creare un visual accattivante e seducente che inviti l’utente a proseguire nella fruizione.
Il senso generale trasmesso dall’email deve catturare l’attenzione del fruitore. Scegliere i colori giusti, il font adatto e fissare correttamente il focus, sono aspetti fondamentali che determinano se un contenuto avrà successo o meno.
I messaggi non devono mai essere generali. Personalizzare la comunicazione permettete di coinvolgere maggiormente le persone che leggono l’email. All’interno del testo, ci devono essere riferimenti e interazioni rivolte agli utenti.
Parlare ai vostri fruitori permette loro di sentirsi più coinvolti. Fate domande e se il vostro ESP lo permette, chiamateli per nome. Invitateli ad interagire. L’errore più grande che si possa commettere è immaginare la fruizione di una email come quella della televisione. L’apparecchio tv ha una comunicazione unidirezionale: dallo schermo al consumatore. L’email permette invece di sfruttare un messaggio bidirezionale.
Si tratta di un vantaggio enorme perché consente di interagire con il lettore, rendendolo così coinvolto in un’azione attività, anziché passiva.
L’ultimo aspetto importante da tenere presente è legato all’utilizzo delle Call-to-Action. Tutto quello che abbiamo descritto fino ad ora serve a coinvolgere e incuriosire l’utente, ma poi bisogna tirare le somme e spingere il lettore ad interagire. Per questo esistono le CTA.
Quante se ne devono usare? Non esiste un numero esatto. Dipende dalla comunicazione e da ciò che si vuole veicolare. Spesso ne può bastare una sola, altre volte è necessario metterne di più. In molti casi vanno bene le classiche diciture “Acquista ora” oppure “Scopri di più”, altre volte si può essere più creativi.
È importante che le CTA siano inserite nei punti focali del testo e che siano ben visibili. Generalmente si fanno risaltare utilizzando un background differente. Ultimamente vanno molto di moda il rosso ed il verde.
I 6 consigli descritti qui sopra sono aspetti importanti dell’email marketing. Tuttavia si tratta solo del primo grande passo per incentivare le aperture e le interazioni. Non esiste un segreto universale applicabile ad ogni circostanza. Solamente la conoscenza del vostro target sarà di aiuto. Sperimentate, modificate, verificate e sperimentate di nuovo. È questa la strada per ottenere sempre migliori risultati.
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