A fine Dicembre 2016 l’ISTAT ha pubblicato un report intitolato “Cittadini, Imprese e Nuove Tecnologie”. Questo report di 29 pagine scaricabile dal sito dell’ISTAT contiene una serie di dati molto interessanti che promuovono una serie di considerazioni sull’andamento delle tecnologie nel nostro paese.
Il nostro obiettivo è quello di commentare quanto l’ISTAT ha rilevato in merito al Commercio elettronico, con riferimento agli acquisti e alle vendite online
Con riferimento all’Agenda Digitale Europea, nel maggio del 2015 la Commissione costituita, ha adottato una strategia per un mercato unico digitale, con tre obiettivi:
Dovendo lavorare per migliorare lo status quo, l’attenzione è stata posta principalmente su alcuni indicatori relativi all’ecommerce e sugli elementi che ne possono favorire lo sviluppo.
Ne emergono quindi numeri interessanti.
Dati relativi agli acquisti online:
Tra coloro che hanno effettuato acquisti online negli ultimi tre mesi del 2016:
Tipologia di prodotti acquistati online:
I servizi più utilizzati online sono stati quelli bancari (41,3% dei naviganti), soprattutto nella classe di età 35-44 (rappresentante il 48,7%) e quelli di pagamento (come per esempio paypal) utilizzati dal 34,4% degli utenti, con un picco tra i 20 e i 34 anni (rappresentante il 43,2%). Curioso vedere come il ricorso al web per vendere merci o servizi viene praticato dal 9,3% degli utenti (con una netta riduzione di 4 punti percentuali tra il 2015 ed il 2016).
Inoltre, nel 2016 si è accresciuto il distacco tra il Nord e il Sud, di circa 20 punti percentuali per l’online banking e di più di 10 punti percentuali per i servizi di pagamento. Pur non avendo fatto acquisti tramite il web negli ultimi tre mesi, una larga percentuale di persone, ha comunque ricercato online informazioni sulle merci o sui servizi.
Dati relativi alle vendite online
Per quanto riguarda i dati di vendita, l’Italia resta sempre piuttosto indietro rispetto alla vendita online.
Dati si evincono anche dalla seguente tabella.
Pochi sembrano essere i benefici dalle vendite via web rispetto ai problemi riscontrati a causa di alcune difficoltà:
Parte delle imprese attive nel commercio via web ha indicato di aver incontrato alcune limitazioni alle vendite, dovute per lo più (nello specifico per il 20,2% dei casi) ai costi connessi all’avvio dell’e-commerce, ritenuti di molto superiori ai benefici attesi. Le imprese che non hanno venduto via web nel corso dell’anno precedente, hanno indicato come ostacolo principale l’inadeguatezza dei propri beni alla vendita online (si tratta del 53,2%), inoltre hanno incluso fra i fattori di rallentamento problemi legati alla gestione logistica (legati essenzialmente al trasporto, alla spedizione e alla consegna delle merci vendute via web, 29,4%), i costi di implementazione dell’ecommerce (per il 27,4% delle aziende) ed i problemi connessi ai pagamenti online (nel caso del 21,9%); e a seguire i problemi legati alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati (con il 18,5%) fino ad arrivare al quadro legislativo vigente (corrispondente al 17,9%) come indicato nella seguente figura.
Numeri che confermano la difficolta nell’interpretare il web come una opportunità da arte delle aziende italiane. Restano poche quelle che si spostano online per sviluppare il proprio business e chi lo fa, spesso destina poca attenzione all’investimento, reputando il canale della vendita online del tutto secondario.
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